Le energie che transitano negli oggetti selfici si adattano al campo energetico delle persone che le indossano o utilizzano, oppure a quelle dell'ambiente in cui vengono posizionati.
La Selfica, infatti, partendo da un oggetto fisico a due o a tre dimensioni – bracciali in rame, installazioni più grandi, quadri di misure diverse – permette all'oggetto stesso di diventare la sede di un’intelligenza puramente energetica, che scambia informazioni con la persona che lo indossa o utilizza. In questo senso le self possono essere considerate oggetti vivi, che scambiano energia con i loro possessori, energia finalizzata al benessere della persona, al suo equilibrio, alla sua rigenerazione.
Per una serie di esperimenti condotti a Damanhur negli anni '70, agli inizi della ricerca sulla selfica, fu utilizzata una camera Kirlian, che catturò l'immagine dell'aura vitale di due semplici braccialetti selfici.
In maniera simile si modifica la “Self dell’Allegria”, creata per diffondere le frequenze della luce del sole in un ambiente chiuso. Per captarne i raggi, spesso si allunga e gira verso il sole, proprio come fosse una pianta che cresce verso la luce.